Con i colleghi di Bellante e Mosciano punta il dito sul personale: più 700mila euro in due anni
TERAMO – “Riscrivere il piano industriale della Ruzzo Reti, subito, sotto forma d piano di risanamento. E’ inadeguato per la situazione che si vive e per le modalità di gestione, che determinano solo un incremento dei costi operativi e di produzione, con particolare riferimento al personale he al massimo entro il 2023 ci faranno schiantare contro un iceberg“.
Gianguido D’Alberto il giorno dopo, chiede alla governance della Ruzzo Reti un passo indietro e lamenta i numeri sul personale che dicono “più 700mila euro rispetto al 2018 e più 3 milioni di euro rispetto al parametro del 2011, che è quello alla base per il calcolo della tariffa“.
E’ un futuro a tinte fosche quello che prefigura per la società dell’Acquedotto il sindaco di Teramo, che questa mattina lo ha ribadito nella conferenza stampa tenuta assieme ai sindaci dei Comuni di Bellante, Giovanni Melchiorre e di Mosciano, Giuliano Galiffi, come si corra il rischio di non ottenere il parere positivo per l’affidamento della gestione dell’acqua pubblica: “In proiezione, per colpa dell’aumento dei costi di personale, di produzione, di gestione e dunque per la spesa corrente e non per investimenti, un incremento della tariffa che si scaricherà sui cittadini.
Non tolleriamo una modalità di gestione che non è adeguata ad affrontare una crisi e una difficoltà che vengono prevalentemente dal passato, ma la Ruzzo Reti – ha aggiunto il sindaco di Teramo – rischia, se la modalità di gestione è questa, da qui ai prossimi anni, con incremento esponenziale dei costi e che si arrivi al 2023 senza parere favorevole alla prosecuzione dell’affidamento alla società in house, costituita dai sindaci, interamente pubblica, che gestisce il bene acqua“.
Sula polemica a distanza con la presidente Alessia Cognitti e il presidente della Provincia di Teramo, D’Alberto ha aggiunto: “Qui non è questione personale o politica: se qualcuno pensa di minimizzare la situazione trincerandosi dietro questi concetti sono ancora più preoccupato. E’ necessaria la trasparenza, bisogna comunicare ogni atto diversamente da finora. Il vero obiettivo, per rispondere a quello che diceva il presidente della Provincia, Diego Di Bonaventura, non è voler riscrivere la storia passata. La storia non può essere riscritta, qui non c’è alcun salvacondotto da dare a nessuno, ormai c’è una gestione che viene da diversi anni, in una prima fase tecnica oggi molto più politica: noi vogliamo scrivere la storia futura soprattutto del Ruzzo, come una società al servizio dei cittadini e non della politica“.